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Manovra, via libera del Cdm: interventi per 30 miliardi, arriva il bonus neonati. Tutte le misure #finsubito prestito immediato


di
Redazione Economia 

All’esame del Consiglio dei ministri il Documento per la Ue ma anche la legge di Bilancio e il decreto fiscale collegato. Meloni: «Sulle banche governo più coraggioso della sinistra». In arrivo il quoziente familiare

Dalla proroga del bonus ristrutturazioni sulla prima casa alle pensioni passando per le misure a sostegno di famiglie e imprese e da una severa spending review. Questi i contenuti principali della legge di Bilancio esaminata dal Consiglio dei ministri di martedì 15 ottobre durato circa un’ora e mezza. Una manovra di circa 30 miliardi per il 2025, cui si aggiungeranno 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027. Il Consiglio dei ministri si è riunito avendo sul tavolo il Documento programmatico di bilancio per l’Unione europea che il governo deve inviare entro mezzanotte a Bruxelles, ma anche, appunto, la legge di Bilancio vera e propria e il decreto fiscale collegato. 

Aiuto alle famiglie con il bonus nascite

Confermate e potenziate le misure sui congedi parentali, il governo ha introdotto anche una «Carta per i nuovi nati»: un bonus da 1000 euro per i genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro per far fronte alle numerose prime spese per ogni nuovo nato. La manovra, inoltre, ha rafforzato il bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido, anche prevedendo l’esclusione delle somme relative all’assegno unico universale dal computo dell’Isee. Tra le misure di carattere sociale, la carta “dedicata a te” è rifinanziata per il 2025 nella misura di 500 milioni. Nel compiuto delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico. Più numerosi i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.




















































Le parole di Meloni sulle banche: «Noi più coraggio della sinistra»

Sul contributo si è soffermata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sia prima che dopo il Consiglio dei ministri. Prima, ha parlato alla Camera, in sede di replica nel dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, rispondendo al leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Al collega Fratoianni, che parlava di banche ed extraprofitti, dico che vedremo con la legge di bilancio. Potrebbe scoprire che questo governo ha avuto più coraggio di quello che ha avuto la sinistra quando era al governo». E dopo il Cdm la premier è tornata sull’argomento sui social: «Rendiamo strutturale il taglio delle tasse sui lavoratori, e 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per
garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti. Con questo
governo – ha aggiunto – l’Italia guarda al futuro con una legge di
bilancio che mette al primo posto il lavoro e il benessere degli
italiani». Non dimenticando il riferimento alle tasse: «Come avevamo promesso, non ce ne saranno di nuove per i cittadini».

I tagli ai ministeri e i contratti pubblici

I sacrifici riguarderanno i ministeri, con tagli nell’ordine del «5%», come spiegano fonti di governo (dovrebbero salvarsi dalla dieta dimagrante, invece, gli enti locali e i Comuni). Non sarà, in ogni caso, tagliata la spesa sanitaria. Anzi nella sanità vengono state incrementate le risorse anche per finanziare il rinnovo dei contratti: nel prossimo biennio lo stanziamento è in linea con la crescita del Pil nominale. Come ha confermato il ministro Giancarlo Giorgetti, la manovra ha stanziato anche le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27.

La stretta sui compensi dei manager pubblici

Secondo quanto appreso dall’Ansa da diverse fonti di governo, inoltre, è in arrivo anche una stretta sui compensi dei manager di enti pubblici, fondazioni, società non quotate: questi manager -in virtù di una misura inserita in manovra – non potranno guadagnare più del presidente del Consiglio, quindi all’incirca 80 mila euro. Si tratterebbe di un intervento, viene spiegato, introdotto su forte input del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti

Taglio al cuneo fiscale e scaglioni Irpef

La conferma del taglio del cuneo fiscale e dei tre scaglioni dell’Irpef valgono da sole oltre la metà della manovra, intorno ai 14 miliardi. Per quanto riguarda il taglio del cuneo dovrebbero essere superati alcuni difetti con una doppia azione. Dal prossimo anno potrebbe, infatti, rimanere contributivo per i redditi fino a 20 mila euro, per poi trasformarsi in fiscale, con un aumento delle detrazioni per il lavoro dipendente fino a 35 mila euro. A quel punto partirebbe un decalage, piuttosto rapido, fino a 40 mila euro. Se i fondi in arrivo dal concordato preventivo e dal ravvedimento collegato saranno sufficienti, il governo potrebbe poi ridurre l’aliquota intermedia, fino a 50 mila euro di reddito, dal 35 al 33%. 

Gli aiuti al Sud

Per il Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Confermati, inoltre, la decontribuzione in favore delle imprese localizzate nella Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

In arrivo il quoziente familiare

È previsto, inoltre, un nuovo restyling delle detrazioni in vista di una successiva e più complessiva razionalizzazione delle tax expenditures: secondo quanto si apprende da diverse fonti, il governo sta elaborando per la manovra l’introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua volta modulato in base al nucleo familiare. Introducendo di fatto, un primo assaggio di «quoziente familiare». È l’altro
piatto forte della manovra che dovrebbe prevedere un sostegno alla natalità e alle famiglie attraverso lo strumento dell’assegno unico ma anche, appunto, con un restyling. L’ipotesi sarebbe quella dell’introduzione di un importo massimo che si potrà detrarre, che dovrebbe essere a sua volta modulato in base al nucleo familiare. Tra le ipotesi anche
quella di rivedere al ribasso la soglia di reddito oltre il quale scatta il decalage degli sconti fiscali al 19% (oggi parte da 120 mila euro) ma ancora si starebbe lavorando sull’intero pacchetto. Tra le misure che vengono date per scontate, l’estensione alle autonome della decontribuzione per le mamme lavoratrici con due o tre figli: in pratica l’estensione del bonus mamme alle partite Iva. 

Torna il bonus ristrutturazioni casa al 50%

Secondo quando si apprende, si va verso la proroga nel 2025 del bonus ristrutturazioni al 50%, così come era stato anticipato dal viceministro dell’Economia, Maurizio. La manovra, attesa questa sera in consiglio dei ministri, dovrebbe salvare l’agevolazione edilizia per un altro anno, evitando il calo al 36% previsto a legislazione vigente. Come anticipato da Leo, la portata della norma sarebbe limitata alle prime case.

La conferma dei fringe benefit, maggiorati per chi lavora oltre 100 chilometri

Si punta, inoltre, a una conferma, ma con qualche ritocco, anche per la misura sui sostegni aziendali. L’ultima legge di bilancio ha portato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 2 mila euro per i lavoratori con figli a carico e a mille euro per tutti gli altri (aprendo alla possibilità di usarli anche per pagare l’affitto o il mutuo prima casa). Dovrebbe essere rifinanziata la tassazione agevolata sul welfare aziendale: nel 2024 aliquota del 5% fino a 3 mila euro annui e detassazione sui fringe benefit fino a 2 mila euro (mille per i lavoratori senza figli a carico). Sui fringe benefit arriva un’altra importante novità: gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori

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La revisione delle accise

Infine, il Consiglio dei ministri, oltre al disegno di legge di Bilancio, a quanto si apprende ha approvato anche un decreto legge con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali e un decreto legislativo con la revisione delle disposizioni in materia di accise. in particolare, con un provvedimento ad hoc le accise sul diesel dovrebbero essere equiparate a quelle sulla benzina, ma il governo ha assicurato che non ci saranno ripercussioni negative per il settore dell’autotrasporto. Per gli altri, secondo quanto ha anticipato il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, l’aumento delle accise sul gasolio dovrebbe essere di 5 centesimi in cinque anni.


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15 ottobre 2024 ( modifica il 15 ottobre 2024 | 23:25)



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