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Case a prezzi bassi al Palasharp a Milano #finsubito richiedi mutuo fino 100%


C’è uno spiraglio per restituire alla città l’area dell’ex Palasharp. L’occasione è il “piano casa” annunciato a più riprese dal sindaco di Milano Beppe Sala, a cui sta lavorando l’assessore alla casa Guido Bardelli. Con il piano, che verrà presentato a breve, si vuole risolvere una volta per tutte un problema sempre più importante in città: la crescente mancanza di appartamenti a basso costo, con la conseguenza che molte famiglie si allontanano da Milano e guardano all’hinterland o anche oltre.

Uno dei fulcri del “piano casa” sarà quello di offrire ai costruttori aree comunali a basso costo, in modo che sia economicamente sostenibile realizzarvi appartamenti economici. L’ex Palasharp dovrebbe rientrare in queste aree. Il Comune di Milano, del resto, non sa più cosa farsene: tramontata l’ipotesi di realizzarvi un impianto sportivo in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, nessuno si è fatto avanti per proporre progetti alternativi.

Proprio martedì, il sindaco di Milano Beppe Sala ha ribadito che “abbiamo bisogno di più appartamenti a prezzi accessibili, ma dobbiamo trovare un punto di equilibrio con i costruttori che, a loro volta, ritengono che una eccessiva richiesta di edilizia convenzionata non gli permette di realizzare i loro investimenti”. La soluzione sarà, nelle intenzioni e speranze dell’amministrazione, proprio il “piano casa”: sempre martedì, il sindaco ha promesso che sarà presentato entro un mese.

Edilizia popolare e convenzionata

La notizia della cessione dell’area del Palasharp per realizzare case economiche era nell’aria: ora arriva la conferma da Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8, che ha spiegato di averne già parlato con Bardelli. “Ho chiesto – ha affermato Pelucchi – che parte delle abitazioni siano di edilizia popolare e il resto convenzionato, utilizzando anche lo strumento della proprietà indivisa, che fissa canoni di godimento realmente molto bassi e vantaggiosi per chi vive del proprio lavoro. Inoltre ho chiesto che si prevedano servizi, inclusa un’area a vocazione sportiva, e che questa occasione sia utilizzata per riqualificare in via definitiva l’area del terminal bus di Lampugnano, attualmente in condizioni di forte degrado”.

Tra le idee che Pelucchi ha trasmesso a Bardelli, quella di una passerella pedonale per collegare Lampugnano al Monte Stella, separate dall’autostrada. Una soluzione già sperimentata nel 2005. E alcuni punti fermi: impedire speculazioni, contenere le volumetrie, rispettare il borgo di Lampugnano e il quartiere di QT8.

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La storia del Palasharp

Richieste condivise anche dai comitati della zona, anche per non perdere del tutto la vocazione sportiva dell’area, che risale al 1986, quando fu necessario trovare una soluzione immediata al crollo del tetto del Palazzo dello Sport, a San Siro. Il Comune risolse il problema con una tensostruttura fornita dalla famiglia Togni e la sponsorizzazione dello stilista Nicola Trussardi. Inaugurato con un concerto di Frank Sinatra, il Palatrussardi (poi Palavobis, Palatucker, MazdaPalace e Palasharp) ospitò sport e concerti fino al 2011. Dopo anni di abbandono, per le Olimpiadi del 2026 il Palasharp fu scelto per realizzare un palazzetto per l’hockey femminile.

Ma, dopo varie vicissitudini, a fine gennaio 2024 è definitivamente decaduta l’aggiudicazione a Ticketone-Mca Events. Palazzo Marino ha inviato a Forumnet una lettera per sapere se avesse intenzione di subentrare agli aggiudicatari alle stesse condizioni, ricevendo risposta negativa. A quel punto, Sala ha fatto sapere che il Comune avrebbe cercato un privato a cui vendere l’area del Palasharp. Ora sembra più probabile la cessione gratuita o quasi dell’area, per il “piano casa”.

Il degrado al terminal bus

Tra le richieste, come si è detto, è stata inserita anche una profonda riqualificazione del terminal bus di Lampugnano, che si trova nell’area a fianco del Palasharp. Attendere i bus, in particolare di notte, è diventato così pericoloso che i residenti della palazzina di via Trenno 41 hanno “aperto” la porta per consentire ai passeggeri in attesa di sostare nell’androne dell’edificio. Mancherebbe, secondo le denunce portate in consiglio comunale da Enrico Fedrighini (gruppo misto) e Alessandro Giungi (Pd), un sistema di sorveglianza e sicurezza. E non è tutto: nelle ore notturne, le strade del Gallaratese sono ormai parcheggio “secondario” dei pullman, perché al terminal non c’è posto. Il concessionario (Autostazioni Milano Srl), che gestisce anche il terminal di San Donato, versa alle casse del Comune poco più di 150mila euro all’anno per entrambi i terminal.



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