PORDENONE – È uno dei tanti palazzi che, inseguendo il superbonus 110%, si è ritrovato con un cantiere incagliato, le impalcature che da un anno ingabbiano il condominio e 35 famiglie costrette a rivolgersi a un avvocato per superare lo scoglio. Siamo a Pordenone, ai margini della città. Nelle assemblee condominiali si era cominciato a parlare di migliorie che era il 2018. Lo stabile aveva in effetti bisogno di interventi per la riqualificazione energetica e approfittare dell’agevolazione fiscale introdotta dal decreto Rilancio avrebbe permesso di detrarre il 110% delle spese effettuate. Tre sono i lotti, tre le scale e quattro i piani del complesso condominiale: 2,8 milioni il preventivo iniziale (di cui 700mila euro di spese tecniche), in quanto erano state inserite anche altre voci come l’adeguamento antincendio, ma poi il progetto è stato ridimensionato, così la cifra è scesa a 1,9 milioni. Per la cessione del credito i proprietari degli appartamenti si sono affidati a un general contractor.
GLI INTOPPI
Ora i condomini sono in subbuglio, non riescono ad avere informazioni chiare sullo stato di avanzamento dei lavori e la cessione del credito. Gli operai non si vedono da giugno, il cantiere è abbandonato dopo che l’intervento si è limitato alla posa del cappotto termico nel muro esposto a Nord. Il bonus edilizio, insomma, sta sfuggendo di mano. Ripercorrono le varie fasi delle tante assemblee condominiali, le tante discussioni, riflettono sulle famiglie che non saranno in grado di sobbarcarsi i costi dell’intervento perché devono fare i conti con un mutuo. E, ancora, ricordano la convocazione alle sette di mattina nel sottoscala A per approvare la Cilas (la comunicazione di inizio lavori asseverata), perché bisognava accelerare i tempi per poter salire sul treno delle agevolazioni, che in ogni caso non sarebbero state concesse al 110%. La procedura, infatti, è stata aperta verso la fine del 2021 ed è stata approvata in ritardo. Consapevoli che nel 2024 il 110% sarebbe sceso al 70%, a preoccuparli è il fatto che se il cantiere sarà procrastinato al 2025 la quota scenderà ulteriormente. Chi pagherà il conto?
I RITARDI
Perché tanti ritardi? I ponteggi sono stati montati a ottobre 2023 e un’impresa edile ha cominciato, in subappalto, ad applicare il cappotto termico. Il cronoprogramma prevedeva entro il 30 giugno di quest’anno la consegna del cantiere, ma a un certo punto tutto si è bloccato. Peraltro, per poter effettuare l’isolamento termico sono stati tolti i condizionatori: intralciavano e impedivano una posa corretta dei pannelli. L’inatteso stop del cantiere ha così lasciato le famiglie tutta l’estate senza aria condizionata, visto che le apparecchiature non sono state nuovamente reinstallate. Ulteriori disagi derivano dall’impalcatura che “oscura” terrazzini e finestre, trasformando gli appartamenti in una sorta di prigione. Dopo continue richieste di informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, sulla documentazione legata al cantiere e all’agevolazione fiscale, alcuni condomini hanno chiesto senza successo la restituzione delle caparre. La situazione non si sblocca e il timore di essersi infilati in un tunnel senza sbocchi è sempre più forte. Dopo tanti rimpalli di responsabilità, affidarsi a un legale è stato un passaggio obbligato, un tentativo di risolvere la questione trovando un accordo ed evitando di sborsare ulteriori risorse.
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