Cambia la riscossione dei tributi, dal 2025 pignoramenti più rapidi #finsubito prestito immediato

Nel pacchetto complessivo delle riforme contenute nel nuovo sistema tributario italiano, il comparto della riscossione riveste un ruolo particolare e viene sensibilmente rivisitato già a partire dal 2025. Sono almeno 7 i punti salienti su cui verte la risistemazione complessiva della azione dello Stato volta a riscuotere i tributi, non sempre così efficiente e non certo per colpa delle agenzie incaricate ma per effetto di un lacunoso sistema normativo che non riesce a fermare il fenomeno evasivo alla sua nascita e neppure quello del recupero delle imposte auto liquidate dal contribuente a valle dell’intero sistema.

Come ricordato mesi fa dal Direttore Generale di Agenzia Entrate sono almeno 1.200 miliardi di euro i crediti da cartelle esattoriali in carico di Agenzia Riscossione che non possono essere recuperati per varie ragioni. Primo aspetto quindi: a partire dal 1° gennaio 2025, i tributi affidati ad Agenzia Riscossione che non sono recuperati entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla data di affidamento saranno soggetti a discarico. Il discarico può essere anticipato se ci si trovi di fronte ad un fallimento o liquidazione giudiziale e non ci sia nulla da recuperare. Il discarico non opera se sono in corso procedure esecutive o concorsuali non chiuse o dilazioni. Discarico non significa però che gli enti impositori non possano continuare il recupero per altre vie.

Secondo aspetto riguarda infatti il riaffidamento della riscossione. Superato il termine del discarico automatico infatti l’Ente creditore può gestire direttamente il recupero, rivolgersi a soggetti privati per il recupero selezionati mediante gara o riaffidare per soli due anni ad Agenzia della Riscossione il recupero secondo condizioni economiche diverse e sempre che esistano nuove e significative condizioni reddituali e patrimoniali per aggredire il debitore. Terzo ambito di riforma riguarda il magazzino dei crediti in essere. Il D.lgs. 110/2024 infatti prevede che sia istituita una commissione che supporti Agenzia Entrate ed Enti Previdenziali per gestire la partita dei crediti esistenti secondo questi termini: al 31 dicembre 2025 il comparto dei crediti affidati tra il 2000 e il 2010, entro il 31 dicembre 2027 il comparto del credito affidati dal 2011 al 2017 ed entro il 2029 il comparto dei crediti che affidati all’agente della riscossione dal 2018 al 2024.

Cambiano poi, come quarto aspetto, le modalità di dilazione dei pagamenti. Se il debito è inferiore a 120 mila euro le rate saranno automaticamente comprese nel numero massimo di 84 per le richieste presentate tra il 2025 e il 2026, 96 rate tra il 2027 e il 2028 e 108 rate a partire dal 1° gennaio 2029. Resta sempre possibile richiedere una rateazione a 120 rate mensili per casi di manifesta difficoltà del contribuente. In questo caso la valutazione sarà fatta per le persone fisiche in relazione all’ISEE del nucleo familiare e per tutti gli altri soggetti considerando l’indice di liquidità e il rapporto tra debito da rateizzare, debiti complessivi e valore della produzione.

Misura di giustizia arriva al quinto punto fondamentale della riforma. Se il debitore principale ottiene la rateazione del debito, la prescrizione del diritto di credito è sospesa anche nei confronti dei coobbligati considerando il beneficio a partire dal pagamento della prima rata. Sesto motivo di riforma riguarda la non impugnabilità dell’estratto di ruolo. Sulla vicenda si sono spesi fiumi di inchiostro nel corso degli ultimi anni. L’estratto di ruolo è un documento che viene trasmesso al contribuente moroso e che riassume la sua condizione debitoria. Di fronte allo stesso, nel recente passato ci si è posti la domanda se fosse o meno impugnabile in quanto tale, con interpretazioni opposte.

La nuova normativa sottolinea la non impugnabilità di questo documento ma consente che se un ruolo o una cartella esattoriale non siano stati validamente notificati, essi siano direttamente impugnabili se dalla loro iscrizione ne discenda un pregiudizio grave nei contratti con la Pubblica Amministrazione, nell’ambito di procedure del nuovo codice della crisi di impresa, in relazione a operazioni di finanziamento con soggetti autorizzati o nell’ambito di cessione di azienda. Ultimo aspetto riguarda la compensazione tra debiti e crediti iscritti a ruolo. Se al contribuente compete un rimborso di imposta superiore a 500 euro l’Agente della Riscossione notificherà al contribuente una proposta di compensazione. Se questi la rifiuta comunque le somme resteranno in mano all’Agente della Riscossione fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione del rimborso. In altre parole converrà compensare sempre. Aspetto determinante riguarda gli accertamenti esecutivi. Le azioni di recupero saranno molto più rapide ed entro tre mesi si potrà procedere ai pignoramenti sui conti dei contribuenti o alle esecuzioni immobiliari in caso di esistenza di beni disponibili.

Dottore Commercialista
Revisore Legale