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Conti spiati, violate anche le carte di credito: Crosetto e Fascina tra i bersagli #finsubito prestito immediato


di
Giovanni Bianconi 

Così il bancario monitorava importi e luoghi delle spese. Le ricerche su clienti di altri istituti

Gli accessi ai conti correnti di Banca Intesa, e non solo. Ci sono almeno altre due direzioni dell’attività (ritenuta illecita) del 52enne ex impiegato nella filiale di Bitonto a destare ulteriori interrogativi, inquietudini e preoccupazione. Da un lato le intrusioni nelle spese effettuate con le carte di credito, grazie alle quali è possibile sapere molto di più sulla vita degli «spiati» rispetto alle semplici movimentazioni bancarie; dall’altro la ricerca di informazioni su personaggi che hanno il conto presso altri istituti di credito, come risulta dalla lista dei nomi sui cui Vincenzo Coviello avrebbe svolto accertamenti attraverso i suoi computer.

L’indagine della Procura di Bari mira a fare luce anche su questi aspetti, alla ricerca di moventi ed eventuali mandanti del dipendente licenziato da Intesa Sanpaolo. Dal cui esito si potrà capire la reale entità di questa storia e verificare se si tratta di curiosità portata all’eccesso, come ha sostenuto finora l’inquisito, o un altro capitolo dei presunti dossieraggi tendenti a inquinare la vita pubblica italiana. Che prevederebbe il «verosimile concorso e concerto con persona/e da identificare, mandante/i », ipotizzato dagli inquirenti. Che contestano il reato di «procacciamento di notizie inerenti la sicurezza nazionale» in virtù della caratura istituzionale dei correntisti «attenzionati»: dalla seconda carica dello Stato in giù.




















































Controlli sulle spese

Le verifiche sugli estratti conto delle carte di credito sarebbero il livello più alto di ingerenza nella disponibilità di Coviello, e dai primi accertamenti risulterebbe che tra i bersagli di questo genere di accertamenti — prolungati nel tempo — c’è il ministro della Difesa Guido Crosetto. Cioè una delle «vittime» del tenente Pasquale Striano, l’investigatore accusato di aver effettuato migliaia di accessi abusivi alle banche dati riservate dietro lo scudo della Direzione nazionale antimafia; fu proprio una denuncia di Crosetto dopo la pubblicazione di alcuni articoli sui suoi guadagni a far emergere il «verminaio» denunciato dal procuratore di Perugia che sta cercando di venirne a capo.

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Collegamenti tra quella vicenda e le intrusioni dell’ex dipendente di Intesa Sanpaolo non sono emersi e al momento non sono nemmeno presunti. Resta però che esaminando entrate e uscite sulle sue carte di credito, valutando importi, tipo di spesa e luoghi in cui sono avvenute, si può ricostruire un bel pezzo di vita di un membro del governo già al centro di altre ricerche giudicate indebite.

Coviello era autorizzato a farlo, ma solo per motivi inerenti il proprio lavoro; secondo le verifiche svolte dalla stessa banca, invece, non sembra si sia limitato a questo. Nel caso di Crosetto e non solo. Altri nomi noti ad aver subito questo genere di intrusione sono l’ex parlamentare e ministro grillino, oggi rappresentante dell’Ue per il Golfo persico, Luigi Di Maio; la deputata di Forza Italia Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi; gli ex governatori pugliesi Nichi Vendola e Raffaele Fitto, altro ministro del governo Meloni designato commissario europeo.

L’allarme della banca

Quale fosse il movente dell’ex impiegato non si sa; la sua versione serve a dipingersi come una sorta di «guardone», che non ha mai parlato con nessuno di quello che ha visto né scaricato o portato via i risultati delle sue intrusioni. Ed è stata proprio l’insistita analisi delle spese di una carta di un correntista della banca a far scattare l’alert del sistema di controllo interno all’istituto, avviando poi la procedura che ha portato al licenziamento.
Quando, mesi fa, ha scoperto i presunti illeciti di Coviello, Intesa Sanpaolo ha fatto una notifica al Garante della privacy, e ha avvisato alcuni correntisti sui quali più si era concentrato l’interesse dell’impiegato ritenuto infedele. Uno dei quali, verso fine luglio, ha presentato un esposto alla Procura di Bari. Al quale è seguito quello della banca, che peraltro è una delle due che rientrano nel cosiddetto Perimetro della sicurezza nazionale cibernetica, dove sono inclusi gli asset che forniscono «servizi essenziali per gli interessi dello Stato».

In questo mondo si muoveva, consapevole o meno, l’impiegato di Bitonto. Il quale sarebbe andato a cercare le disponibilità economiche anche di soggetti che non sono correntisti dell’istituto presso cui lavorava. Che cosa ne possa aver cavato, oltre a eventuali «schede anagrafiche» se in passato quelle persone hanno avuto rapporti anche indiretti con l’istituto, non è ancora chiaro. Anche il primo livello di accesso alle «schede clienti» utili a valutare l’affidabilità economica, sarebbe limitato ai correntisti. Come quelli successivi: i movimenti sui conti correnti e sulle carte di credito. Fino agli investimenti finanziari. Coviello è accusato di oltre 6.600 accessi abusivi su 679 filiali del suo ex istituto e 3.572 clienti; la maggior parte sconosciuti al grande pubblico, ma pure nomi famosi del mondo della politica, dello sport e dello spettacolo come Francesco Totti o l’attrice Luisa Ranieri, la pallavolista Paola Egonu. E delle istituzioni in generale. Spesso in occasione di fatti o eventi che li riguardavano direttamente.

Date particolari

Alcuni accessi coincidono con l’ascesa dei nomi alla ribalta delle cronache. La ricerca sul comandante generale della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro, ad esempio, risale al 9 maggio 2023, giorno in cui il generale ha assunto il comando provvisorio del Corpo, dopo l’addio del suo predecessore; la nomina ufficiale arrivò poco dopo. Quella sul procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, invece, risale all’anno precedente, 4 maggio 2022, stessa data in cui il Consiglio superiore della magistratura gli conferì l’incarico. Se ciò sia la conferma di un ingiustificato ma innocente voyeurismo, oppure un altro banco aperto al mercato clandestino di dati riservati, è ciò che l’indagine barese dovrà accertare.

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12 ottobre 2024



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