C’è il piano per gestire
l’emergenza scolastica scoppiata con il sequestro del palazzo
‘Melchiorre Delfico’ di Teramo – che ospita una scuole
elementare, una media e tre scuole superiori oltre al convitto
nazionale – per un’inchiesta sulla vulnerabilità sismica. Sono
1.200 gli studenti da ricollocare, molti torneranno sui banchi
di scuola di pomeriggio.
“I ragazzi dello Scientifico e del Coreutico andranno tra
l’istituto Milli, il Forti, il Pascal e il Comi. Si sta
decidendo come distribuire le classi, il ritorno alle lezioni è
previsto per la prossima settimana, ma di pomeriggio”, spiega il
presidente della Provincia Camillo D’Angelo al termine
dell’ennesima riunione.
“Per il Classico – aggiunge – invece, si pensa innanzitutto
ai locali dell’Università. Ma lunedì avremo un incontro con il
prefetto per chiedere di mettere a disposizione l’ex consorzio
agrario di viale Mazzini, almeno fino a Natale. Dopo le feste
natalizie, infatti, potrà essere già pronta la nuova scuola
provvisoria modulare: il fornitore c’è già, individuato dal
ministero, dobbiamo solo procedere con l’ordine. A quel punto ci
vorranno due mesi per allestirlo. Ci sono interlocuzioni
continue per la scelta del sito, non è una decisione semplice da
prendere”.
Poi c’è il problema dei 57 ragazzi ospiti del convitto, cui
si aggiungono quelli che godono del servizio mensa, trasferiti
temporaneamente in albergo: per loro sta lavorando per la messa
a disposizione di alloggi liberi dell’Ater. Gli alunni delle
scuole elementari e medie, invece, saranno trasferiti nelle sedi
della De Iacobis e della San Berardo.
In città, però, non mancano le tensioni, soprattutto dopo
l’annuncio delle lezioni pomeridiane. I liceali manifesteranno
martedì pomeriggio con un corteo da piazza Martiri fino al
Delfico, iniziative sono previste anche da parte dei genitori.
Nel frattempo si lavora anche sul fronte giudiziario. “Faremo
istanza di dissequestro del Delfico”, afferma D’Angelo. Il
palazzo storico è stato messo sotto sequestro dalla Procura di
Teramo a seguito di una relazione ministeriale che smentisce
precedenti studi della Provincia e parla di condizioni non
idonee alla sicurezza in relazione alla staticità dell’edificio
e alla sua vulnerabilità sismica.
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