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Novità per i lavoratori nella Manovra 2025, dagli sgravi alle retribuzioni #finsubito prestito immediato


La Manovra 2025 si concentrerà su una serie di interventi strutturali per migliorare le condizioni dei lavoratori. Tra le ipotesi un pacchetto di sgravi fiscali e previdenziali che potrebbe arrivare a 15 miliardi di euro. Tra le misure principali, la conferma del taglio del cuneo fiscale, ma anche nuove detrazioni Irpef, oltre a interventi specifici per le partite Iva e i dipendenti pubblici.

Ipotesi di misure in Manovra: quali sono

Ecco le principali misure ipotizzate nella Manovra 2025 per lavoratori dipendenti, autonomi e pubblici troviamo:

  • taglio del cuneo contributivo, che potrebbe confermare il taglio di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e di 6 punti fino a 35.000 euro;
  • detrazione Irpef, con un nuova detrazione per i redditi oltre i 35.000 euro, con meccanismo progressivo fino a 40.000 euro;
  • flat tax per autonomi, ovvero l’estensione della flat tax al 15% fino a 100.000 euro di ricavi per le partite Iva;
  • fondi per i contratti pubblici, con nuovi stanziamenti per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e rifinanziamento dell’indennità di vacanza contrattuale;
  • welfare aziendale, per una proroga della tassazione agevolata al 5% per il welfare aziendale e detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro;
  • taglio delle detrazioni fiscali, con l’introduzione di un tetto alle detrazioni in base al reddito e stop ai bonus per le seconde case;
  • bonus mamme lavoratrici, con l’estensione delle agevolazioni anche alle lavoratrici autonome e partite Iva.

Taglio del cuneo fiscale e contributivo: verso una misura strutturale

Il taglio del cuneo fiscale, introdotto temporaneamente nel 2023, diventerà strutturale nella Manovra 2025. La riduzione, che riguarda i contributi previdenziali, mira a colmare il divario tra il costo del lavoro per i datori e il netto percepito dai lavoratori.

Attualmente, il cuneo fiscale in Italia è tra i più alti nei Paesi dell’OCSE, attestandosi al 45,9%. Ciò significa che un’azienda spende oltre il doppio del netto erogato al dipendente. In termini pratici, uno stipendio netto di 1.500 euro costa all’azienda circa 3.150 euro.

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Con la nuova Manovra, il governo prevede di confermare il taglio del cuneo contributivo di 7 punti percentuali per i redditi fino a 25.000 euro e di 6 punti per quelli fino a 35.000 euro. Questa misura dovrebbe aumentare di circa 100 euro al mese la busta paga di milioni di lavoratori dipendenti, che vedranno un incremento stabile e strutturale delle loro retribuzioni.

Fondi per i contratti pubblici e il welfare aziendale

Il governo ha previsto fondi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, con l’obiettivo di garantire una continuità contrattuale per il triennio 2025-27. Se non si troveranno sufficienti risorse per i rinnovi, sarà rifinanziata l’indennità di vacanza contrattuale, che richiede almeno 800 milioni di euro.

Inoltre, la Manovra prevede la proroga delle misure di welfare aziendale, che includono la tassazione agevolata al 5% fino a 3.000 euro annui e la detassazione dei fringe benefit fino a 2.000 euro. Queste misure, già applicate nel 2024, saranno rese strutturali per incentivare le aziende a offrire benefit ai propri dipendenti.

Partite Iva e flat tax: le richieste della Lega

Uno dei temi centrali nella discussione della Manovra è l’estensione della flat tax per le partite Iva. Attualmente, la tassa piatta al 15% è applicabile ai ricavi fino a 85.000 euro, con una deroga temporanea che consente l’accesso fino a 100.000 euro di ricavi per un anno. La Lega spinge per stabilizzare la soglia a 100.000 euro, rendendola una misura permanente. Questa operazione potrebbe costare tra 500 milioni e 1 miliardo di euro, a seconda del numero di adesioni.

Per gli autonomi, inoltre, si chiuderà a fine mese il concordato biennale, uno strumento che ha permesso di regolarizzare le posizioni fiscali con agevolazioni e sconti, portando nuove entrate nelle casse dello Stato.





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