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Sondrio, morto a 81 anni Pierluigi Tremonti fratello dell’ex ministro dell’economia Giulio – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


E’ morto Pierluigi Tremonti, per decenni titolare di una farmacia in via Dante, appena dietro piazza Garibaldi, e deceduto oggi a 81 anni dopo una lunga malattia. Il cognome è noto in tutta Italia grazie al fratello minore Giulio, ex ministro dell’Economia con Berlusconi e grande tributarista.

A Sondrio lo chiamavano tutti il Lampadina per la forma della sua testa rasata. Ma non era uno sberleffo, solo ironia bonaria che faceva sorridere anche lui. Al Lampadina il fratello Giulio non andava nominato: non ci parlava da anni. Divergenze personali, ma anche politiche: Giulio aveva iniziato come liberal-socialista, mentre Pierluigi era, e sempre è restato, fascista. Al punto che nel retrobottega della farmacia aveva ritratti e busti di Mussolini.

Ogni tanto i giornalisti, quelli venuti da fuori Valtellina, lo stuzzicavano sull’illustre fratello, e qualche volta rispose: “Giulio prima era vicino alla sinistra. Era all’università, era ragazzino e era affascinato da Lotta Continua e del Manifesto, potrei fare confusione, ma ricordo bene che dopo è diventato socialista. Era convinto che le persone più intelligenti che avesse mai conosciuto fossero Craxi e Martelli. Poi deve avere cambiato idea”.

Quanto alla Lega la vicinanza era “solo per opportunità. Lui è uno che ha la puzzetta sotto il naso, Bossi è un bifolco”. Poi smise di esternare sul tema. Solo una volta fece come battuta “Sto pensando di cambiare cognome”. Mal gliene incolse; il suo interlocutore lo prese sul serio e lo scrisse, facendo rimanere male Angiola, la sorella, pittrice. Perché Tremonti era sì fascista, ma non violento, al massimo verbalmente straripante e amante della provocazione, che lo rendeva spesso protagonista nei lunghi anni da consigliere comunale a Sondrio.

Un episodio per tutti: una volta – si parlava di urbanistica, Tremonti fece imbestialire così tanto il vicesindaco competente sul tema, Piercarlo Stefanelli, che si sfogò gridando “Ma basta cazzo di Budda!”. Il Lampadina replicò annunciando querela per vilipendio a religione riconosciuta dallo Stato mediante citazione del genitale (non risultano poi atti giudiziari susseguenti, però).

Insomma, anche senza citargli Giulio, intervistarlo portava sempre a un articolo: aveva la battuta pronta e parlava con franchezza, anche criticando i suoi nel caso. Ad esempio non digerì molto la trasformazione del Msi in An e dopo qualche tempo entrò nella Fiamma Tricolore di Rauti, che nel 1998 lo candidò sindaco, senza successo. La sua era una destra sociale, – fu responsabile dello Sportello dei diritti del cittadino dell’Azienda sanitaria locale – capace, anni luce prima della legge nazionale, di chiedere un registro comunale delle affettività per le coppie eterosessuali di fatto.

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Insomma, un maverick, per dirla all’americana, un cane sciolto che pensava quel che voleva. Ma la politica era solo uno dei suoi hobby (gli altri due era il periodico culturale Alpes e le vetture d’epoca), il lavoro restava nella farmacia, che era stato il motivo per cui la famiglia si era trasferita negli anni Trenta da Lorenzago di Cadore a Sondrio. Un luogo che trasudava di antico, non solo per gli oggetti nel retrobottega, ma anche per le decorazioni di Piero Fornasetti, uno dei grandi designer del Novecento. Nel 1992, durante una sua storica incursione notturna in cui si fece aprire tutti i musei cittadini, Vittorio Sgarbi volle entrare anche lì. Da qualche anno Tremonti aveva ceduto l’esercizio e si era ritirato dalla vita pubblica anche a causa della malattia che oggi ne ha stroncato la fibra. I funerali domani alle 15 alla Beata Vergine del Rosario.



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