Una legge sulla “sovranità nazionale” per limitare l’influenza straniera porta l’Ungheria nelle aule della Corte di giustizia dell’Unione europea. È quanto deciso oggi dalla Commissione, che ha deferito il governo magiaro all’alta corte europea, ritenendo che la sua legge nazionale sulla difesa della sovranità violi il diritto europeo. Questo perché la norma approvata lo scorso dicembre da Budapest – che secondo alcune organizzazioni per i diritti umani mira a mettere a tacere gli oppositori del governo – ha due funzioni specifiche: rende illegale il finanziamento straniero alle campagne elettorali e istituisce un nuovo Ufficio per la protezione della sovranità dotato di ampi poteri investigativi.
I fari della Commissione si sono accesi proprio sul nuovo ente e sulle sue funzioni. Come abbiamo detto, la legge ha istituito l’Ufficio per la tutela della sovranità, che è incaricato di indagare su persone e organizzazioni sospettate di minare “sovranità nazionale” e “identità costituzionale” attraverso attività svolte nell’interesse di un altro Stato o di un organismo straniero. L’Ufficio, inoltre, può raccogliere informazioni su individui o gruppi che ricevono finanziamenti dall’estero e che si ritiene influenzino il dibattito democratico e i processi elettorali “nell’interesse di un altro Stato” o di un “organo straniero”.
L’ennesimo scontro tra Bruxelles e Budapest
Ma come si è arrivati a questo punto? Nel febbraio 2024 la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Ungheria esponendo le sue preoccupazioni. Avendo constatato che la risposta fornita dall’Ungheria è stata in soddisfacente, nel maggio 2024 l’esecutivo europeo ha inviato un parere motivato ribadendo le rimostranze relative alla violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali Ue, delle libertà fondamentali del mercato interno e della legislazione europea in materia di protezione dei dati. In risposta a tale parere motivato, l’Ungheria ha sostenuto che la legge sulla difesa della sovranità non viola il diritto europeo.
Ora la palla passa al tribunale, che può ordinare al governo di Budapest di conformarsi alle normative europee, nonché imporre sanzioni. È questo l’ennesimo tassello di uno scontro aperto tra Bruxelles e Budapest, proprio nel semestre in cui l’Ungheria esercita la funzione di presidenza di turno dell’Unione.
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