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Concessioni idroelettriche: 30 milioni in più a Belluno per la sua specificità – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Soldi in più (e parecchi) per la provincia di Belluno.

Concessioni idroelettriche: 30 milioni in più a Belluno per la sua specificità

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Gianpaolo Bottacin, ha approvato la relazione per la destinazione della monetizzazione delle risorse ricavate dall’energia derivante dalle concessioni idroelettriche così come indicate dalle Province, recependo altresì l’indicazione dell’aumento della quota variabile dei canoni dal 5% al 6% proposta dalla Commissione competente del Consiglio regionale. Nel frattempo, è novità di queste settimane che a fronte del ricorso presentato, una società concessionaria ha successivamente versato gli importi dovuti e inizialmente contestati.

“Una notizia che cogliamo con estremo favore – sottolinea l’assessore Bottacin – perché, oltre a evidenziare la bontà della nostra azione e del complesso ma importante percorso legislativo messo in atto in questi anni, rileva pure che iniziano ad arrivare le risorse da parte di chi si era inizialmente opposto alla legge”.

Le risorse in discussione sono infatti il frutto di una legge regionale del 2020, promossa da Bottacin, che ha portato a una svolta epocale in materia: ogni anno i titolari devono infatti fornire a titolo gratuito 220 kilowattora di energia elettrica per ogni kw di potenza nominale media di concessione o la possibilità di monetizzare il valore equivalente di tale energia.

Risorse che cubano per 39 milioni, di cui 27 milioni dedicate alla Provincia di Belluno, in riferimento ai soli primi due anni di applicazione, ovvero il 2021 e il 2022. Parliamo dunque di circa 15 milioni strutturali in più che entrano nelle casse di Palazzo Piloni.

“Insieme all’altra legge, che ho portato in approvazione nel 2022 e che ha sancito l’obbligo per i titolari delle concessioni di corrispondere un canone per l’utilizzo della forza idraulica conseguibile con le acque e con i beni costituenti la grande derivazione idroelettrica – prosegue Bottacin – si tratta di importantissime risorse aggiuntive per il territorio che, almeno in questo campo, avvicinano Belluno all’autonomia di Trento. Anche in questo caso parliamo di sostanziose risorse: in riferimento al solo 2023 si tratta di 26 milioni di euro direttamente versati a Belluno, a cui si sommano 5 milioni di euro alla Regione da distribuire alle altre realtà venete in cui sono presenti derivazioni”.

Come ci si poteva aspettare di fronte a normative di grande rilevanza economica, ci sono stati dei ricorsi anche su questa normativa da parte dei titolari delle concessioni  “ma la sostanza non cambia – rileva l’assessore – Leggi dalla portata storica sono in essere e ora si tratta solo di attendere i pronunciamenti della magistratura che, respingendo i ricorsi, stanno pian piano favorendo l’applicazione delle normative su cui abbiamo legiferato”.

“Nel frattempo non solo noi non ci fermiamo nell’applicazione dei canoni annuali – aggiunge Bottacin – ma per il 2024, su proposta della Commissione consiliare, che ringrazio, li abbiamo addirittura aumentati, portando la componente variabile dal 5 % al 6%: dunque in proiezione circa 3 milioni in più a beneficio delle province e in primis di quella di Belluno, su cui insistono la maggior parte delle concessioni e alla quale vengono versati direttamente i relativi proventi”.

La norma regionale, infatti, prevede che il canone sia costituito da una componente fissa (40 euro ogni chilowatt di potenza nominale media annua di concessione) e una variabile, su una percentuale, quest’anno portata al 6%, del valore del ricavo determinato a consuntivo su base annuale tenuto conto del prezzo zonale di vendita orario dell’energia elettrica, riferito alla quantità ponderata di energia elettrica prodotta e immessa in rete dalla grande derivazione.

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Complessivamente parliamo di almeno 30 milioni in più all’anno per il solo Bellunese – conclude l’assessore – che fino a pochi anni fa la Provincia non aveva e si trovava nella difficoltà di chiudere i bilanci. Ancora una volta la Regione dimostra dunque di credere nelle specificità territoriali e le valorizza; la Provincia, grazie a queste normative; infatti, può in autonomia gestire le risorse derivanti dall’energia a seconda delle proprie peculiarità”.



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