Quaranta secondi di video su Facebook. Tutto per mettere un punto fermo sulle tasse. “Il governo non le vuole aumentare”, va dritta al punto Giorgia Meloni. La premier “fa chiarezza”, spiegano i suoi, dopo giorni di confusione e messaggi contrastanti su nuovi balzelli e aumenti di imposte che nell’ordine potrebbero colpire banche, assicurazioni, industria della difesa, automobilisti e proprietari di casa. L’opposizione ha avuto gioco facile a inchiodare la presidente del Consiglio e il centrodestra sulle sue contraddizioni. “Meloni mente”, ribatte Elly Schlein. L’aumento delle accise è a pagina 116 del Piano strutturale di bilancio, il documento che fa da ossatura alla manovra, “è la verità, l’avete scritto voi, prendetevi la responsabilità” aggiunge la segretaria Pd. E così quei partiti che hanno fatto della postura anti-tasse uno dei tratti distintivi, finiscono per apparire quelli che fanno pagare di più ai banchieri e alle imprese che fanno utili, aumentano le accise su gasolio ai danni degli automobilisti, aggiornano i valori del catasto per le case ristrutturate sfruttando il Superbonus 110% e le altre agevolazioni edilizie.
Meloni stopper
Meloni “risponde alle dichiarazioni della sinistra”, spiegano dallo staff della premier. Eppure il contenuto, secco, della clip è soprattutto un modo per tentare stoppare una volta per tutte le polemiche interne alla maggioranza nate dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Quando nel primo pomeriggio la presidente del Consiglio pubblica il suo messaggio sui social network, era passata già mezza giornata da quando i partiti di destra hanno iniziato a chiarire il senso delle frasi pronunciate la sera prima da Giorgetti, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il titolare di Via XX Settembre era in Parlamento per illustrare il Piano strutturale e a deputati e senatori, e lì ha spiegato che è intenzione del Mef andare a verificare se chi ha usato il 110% abbia davvero aggiornato i valori catastali del proprio immobile. Un aumento delle rendite catastali che è poi il viatico per un innalzamento di tutta una serie di tasse, dall’Imu per la seconda casa all’imposta di registro per le compravendite, fino all’imposta di successione in caso di morte del proprietario.
Immediatamente fonti del Tesoro avevano corretto il tiro e chiarito che non si trattava della riforma del catasto, a lungo chiesta dalla Ue, ma dell’attuazione di una disposizione già prevista con l’ultima manovra di Bilancio e finora rimasta lettera morta. Non abbastanza tuttavia per allontanare dal governo lo stigma dell’esecutivo che mette le mani sulla casa degli italiani. Tant’è che di prima mattina il consiglio federale della Lega, partito di Matteo Salvini e del ministro Giorgetti, si è affrettato a dire che sulla casa non ci sarà alcuna stangata. A conferma i comunicatori del Carroccio hanno allegato un post di Confedilizia, l’associazione dei proprietari di casa: “Il ministro specifica che si tratta di cercare le case fantasma e verificare che chi ha fatto lavori abbia aggiornato i dati catastali. Entrambe le attività rientrano nell’ordinarietà se le cose stanno così, il caso è chiuso”.
Caso chiuso per i proprietari, non per la premier però. Perché il catasto è solo uno degli inciampi sul Fisco. Sulle accise si è assistito a un cortocircuito simile. Sempre il Piano strutturale dice che quelle che gravano su diesel e benzina saranno riallineate. Il ministro ha confermato la misura. “Probabilmente ci sarà una riduzione sulla benzina e un innalzamento sul gasolio, cercando di evitare contraccolpi su chi lo usa a scopi professionali, lo faremo con gradualita”. Quelle categorie che temono di ricadere nei rincari hanno sollevato obiezioni seduta stante. Su tutti gli autotrasportatori, con la consueta minaccia de blocco dei tir. Il governo così è stato costretto di nuovo a spiegare, precisare, chiarire. Salendo in macchina, lasciando la Camera, è Giorgetti a dire che per i camionisti nulla cambia, anche se i diretti interessati, attraverso le proprie associazioni di categoria, spiegano di voler un faccia a faccia e che le rassicurazioni via agenzia sono utili, ma non bastano. Ed è anche vero che se autotrasportatori, agricoltori e pescatori si salveranno, il rincaro a questo punto potrebbe ricadere sui soli automobilisti.
In Transatlantico ne fanno quanto meno un problema di comunicazione nel governo. Da giorni va avanti la confusione sulle banche e le grandi imprese chiamate a contribuire alla prossima manovra. Almeno dall’intervista del ministro con Bloomberg nel quale, rivolto alla comunità finanziaria, ha parlato di sacrifici per tutti. Anche in quell’occasione fu necessario precisare che non ci sarà nessun nuovo balzello sui singoli contribuenti. A pagare di più saranno le grandi aziende, in particolare quelle di questi tempi fanno grandi profitti. I continui richiami alla tassa sui profitti extra non piacciono all’Abi, l’associazione delle banche. Gli istituti stanno trattando con il governo modalità per contribuire che non abbiano impatto sui patrimoni degli istituti. Peccato però che esponenti di primo piano dell’esecutivo come il vicepremier Salvini assicurano – è successo dal palco di Pontida – che i banchieri quest’anno pagheranno più del previsto.
Gli alti lai di Forza Italia
“Abbiamo detto chiaramente che è ora di smettere di parlare di nuove tasse in Italia e iniziare a concentrarci sui tagli alla spesa pubblica e sulla crescita”, commenta ai microfoni di Sky il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi. “Meno tassi e meno tasse”, riassume ad Huffpost Maurizio Casasco, deputato e responsabile economico del partito azzurro . “Dobbiamo creare le condizioni per la crescita e le imprese permettendo loro di far aumentare la produttività , assumere personale, e così di produrre ricavi e maggior gettito erariale Solo in questo modo può salire il pil, il gettito fiscale e il numero di quanti lavorano, come abbiamo visto sta già accadendo, avendo raggiunto il massimo storico di occupazione. È però importante che la Bce sia più coraggiosa nella riduzione dei tassi di interesse per diminuire il costo del denaro”. In precedenza, conversando con i cronisti alla Camera aveva spiegato “C’è già una legge che riguarda l’aggiornamento dei valori catastali. Giorgetti spiega che intende far emergere chi ha ricevuto soldi pubblici e ha case fantasma oppure ha fatto cambio di destinazione d’uso. Forza Italia vigilerà perché ha da sempre a cuore la tutela della prima casa”.
Cortocircuito comunicativo dopo cortocircuito comunicativo alla Camera si fa strada anche un’altra interpretazione. E se le parole di Giorgetti non fossero un modo per mettere i colleghi ministri davanti al bivio: o accettate ulteriori tagli e riduzioni di spesa o tassare di più gli italiani?
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