SALENTO – “Taci, topo di fogna che prima o poi la giustizia presenterà il conto pure per te…verme assassino”. Bersaglio: l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Che ora chiede i danni all’estensore identificato in un cittadino salentino. Il commento è apparso, ormai anni fa, a corredo di un filmato su un incontro pubblico. Tema del dibattito: i problemi di salute conseguenti al vaccino anti Covid. E tra gli innumerevoli interventi inseriti nel video, c’era anche il commento: Un intervento che non è per nulla piaciuto all’allora ministro se come effettivamente sta avvenendo il suo studio legale si è prontamente attivato. Inoltrando una lettera in cui, senza troppi giri di parole, viene formulata una richiesta risarcitoria al cittadino salentino: una somma, al momento, ancora da quantificare attraverso un accordo bonario per evitare di intraprendere le vie legali.
Nella missiva viene riportato: “Un commento lesivo acquisito mediante software forensi e che anche la sua eventuale rimozione non produrrà alcun effetto sulla condotta lesiva e sul conseguente diritto al risarcimento del danno”. La quantificazione “sarà oggetto di apposita domanda risarcitoria in sede giudiziale il cui importo verrà quantificato sulla base delle tabelle per la liquidazione del danno non patrimoniale rilasciate dell’Osservatorio sulla Giustizia Civile del tribunale di Milano, ferma e impregiudicata restando ogni altra azione a tutela del mio assistito”. Nella missiva vengono riportate anche le motivazioni a supporto della richiesta risarcitoria richiamando articoli del codice: “La grave lesione del diritto all’immagine derivante dal commento configura un chiaro illecito sia penale che civile risarcibile ai sensi degli articoli 2043 e 2059 codice civile”.
E subito dopo, l’invito “a prendere contatto con lo scrivente studio entro e non oltre dieci giorni dal ricevimento della presente al fine di ricercare una soluzione bonaria della controversia con l’avvertenza che decorso infruttuosamente il termine si procederà nelle competenti sedi giudiziarie con notevole aggravio di spese a suo carico”. Si annuncia, però, una battaglia. ”Il mio assistito ha semplicemente esercitato il diritto di cronaca magari aspra – commenta a Repubblica, l’avvocato dell’utente, il legale Andrea Cavalera – nei confronti di un personaggio pubblico che, per il ruolo rivestito, si deve comunque ritenere oggetto di critiche e giudizi.
Il commento deve essere contestualizzato. Prenderò contatti con lo studio del ministro perché la lettera rappresenta solo un primissimo approccio ma la posizione del mio utente va circostanziata. E non è detto che la risoluzione bonaria sia effettivamente la strada che intenderò perseguire. Nessuna strada – chiude – è esclusa al momento”.
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