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Dati e impatti sulle finanze pubbliche in Italia #finsubito prestito immediato




Il Super Ecobonus 110%, introdotto per incentivare la riqualificazione energetica degli edifici, ha avuto un impatto significativo sulle finanze pubbliche italiane. Nelle ultime due anni, le misure restrittive imposte dalla legge hanno contribuito a contenere le spese legate a questo incentivo. Tuttavia, i dati forniti dalla Cgia rivelano un quadro complessivo che merita attenzione in merito ai costi e ai benefici di questo programma.

L’onere economico del Super Ecobonus

Dal suo avvio nel luglio 2020 fino al 31 agosto 2023, il Super Ecobonus 110% ha generato costi per lo Stato che si avvicinano a 123 miliardi di euro. Questa somma considerevole si è tradotta in un investimento notevole nel settore immobiliare, interessando circa 500.000 edifici. Nonostante queste cifre impressionanti, il numero totale di immobili residenziali in Italia si attesta intorno ai 12,2 milioni, suggerendo che solamente il 4,1% di questi ha usufruito dell’agevolazione. Questo programma ha inciso di oltre 6 punti percentuali sul Prodotto Interno Lordo del paese.

La Cgia ha sottolineato che, se si fosse utilizzato l’intero importo disponibile del Super Ecobonus, sarebbe stato possibile costruire circa 1,2 milioni di nuovi alloggi pubblici, superando di 400.000 unità l’attuale disponibilità di case pubbliche in Italia. Ciò indica che anche se l’incentivo ha portato a miglioramenti significativi in termini di efficienza energetica, la sua efficacia nel risolvere la carenza di alloggi rimane un tema dibattuto.

Analisi regionale del Super Ecobonus

Un’analisi approfondita delle regioni italiane ha mostrato che il Veneto è la regione con il maggior numero di richieste per l’ecobonus, con un totale di 59.652 asseverazioni. Questo rappresenta una percentuale del 5,6% rispetto al totale degli edifici residenziali in questa regione. L’Emilia Romagna segue con 44.438 domande, corrispondenti a una percentuale del 5,4%. Altre regioni come il Trentino Alto Adige, la Lombardia e la Toscana hanno registrato percentuali simili, attestandosi tra il 5,2% e il 5,4%.

Contrariamente a queste regioni del Nord Italia, le regioni del Mezzogiorno mostrano un utilizzo sorprendentemente ridotto dell’incentivo. Ad esempio, sia il Molise che la Puglia hanno impiegato solo il 2,9% degli edifici residenziali, mentre la Calabria e la Sicilia hanno registrato percentuali inferiori, rispettivamente del 2,6% e del 2,2%. Questa differenza suggerisce che l’accesso e la percezione del Super Ecobonus variano considerevolmente lungo la penisola, indicativa di disparità economiche e di sviluppo tra il Nord e il Sud Italia.

I costi medi per intervento e le differenze regionali

Oltre all’analisi delle richieste, emerge l’aspetto economico legato all’onere medio sostenuto dallo Stato per ogni edificio residenziale. In media, il costo dell’intervento si attesta a 247.819 euro per immobile. Tuttavia, sono stati registrati picchi significativi tra le varie regioni. La Valle d’Aosta presenta il costo medio più elevato, con ben 401.040 euro per edificio, seguita dalla Basilicata con 299.963 euro e dalla Liguria con 298.314 euro.

Al contrario, il Veneto, che ha visto il maggior ricorso al Superbonus, ha un costo medio relativamente contenuto di 194.913 euro per intervento. Anche la Sardegna e la Toscana si attestano su cifre più basse, rispettivamente a 187.440 e 182.919 euro per edificio. Queste differenze riflettono non solo i costi delle opere di ristrutturazione e efficienza energetica, ma anche le diverse condizioni strutturali e le politiche regionali che possono influenzare i risultati del Super Ecobonus.

I dati e le statistiche fornite dalla Cgia offrono uno spaccato significativo sull’andamento del Super Ecobonus 110%, una misura che ha scatenato un ampio dibattito su come ottimizzare l’allocazione delle risorse pubbliche per il miglioramento del patrimonio edilizio nazionale.

Ultimo aggiornamento il 5 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano





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