Antonio Tajani alla conferenza stampa a Palazzo Chigi – FOTOGRAMMA
Si è conclusa a Palazzo Chigi, dopo circa un’ora e mezza, la riunione del Consiglio dei ministri. Sul tavolo del Cdm c’era anche il decreto flussi che contiene «disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali». La filosofia dietro al decreto flussi, che affronta dunque diversi aspetti di politica migratoria – non solo in relazione al lavoro – per il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stata quella di «aprire all’immigrazione regolare e avere grande rigore contro l’illegalità, contrastandola e contrastando chi usa l’immigrazione per fare business».
Illustrando il contenuto del decreto, Tajani ha riferito «dell’obbligo di fornire impronte digitali per gli stranieri che chiedono il visto nazionale, oggi è previsto solo per i visti Schengen; l’eliminazione dell’obbligo per i consolati di dare preavviso formale del rigetto della domanda di visto; obbligo di verifiche preventive al rilascio del nullaosta – o se è già stato rilasciato, prima del rilascio del visto – per i cittadini di Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka, dove le irregolarità sono state più pesanti. Questi Paesi non escono dal decreto flussi, ma nell’immediato il rilascio di visti di lavoro sarà sospeso per consentire verifiche effettive in Italia. La lista dei Paesi potrà essere modificata con decreto del ministro degli Esteri». Per svolgere questo lavoro aggiuntivo il ministro annuncia «un incremento del personale per il ministero degli Esteri, 200 dipendenti di ruolo in più e 50 impiegati a contratto in più».
Il decreto aumenta gli ingressi per l’assistenza familiare e cerca di combattere lo sfruttamento dei braccianti. Previsto «l’obbligo per il datore di lavoro di confermare l’attualità dell’offerta di lavoro prima del rilascio del visto, la procedura sarà telematica», spiega Tajani. Che annuncia anche «10 mila ingressi aggiuntivi per assistenti agli anziani e invalidi, i badanti. Questo potrà capitare soltanto tramite agenzie per il lavoro con il nullaosta rilasciato previe verifiche preventive effettuate in Italia, quindi escludendo il silenzio assenso».
Il testo prevede la «facilitazione per l’estensione dei permessi di lavoro stagionali in presenza di una offerta di lavoro reale, quindi – ha detto Tajani – la conversione in permesso di lavoro a tempo indeterminato sarà fuori quota». In pratica il bracciante stagionale che vede concludersi il suo contratto a termine, avrà un “tempo cuscinetto” di 60 giorni, una sorta di prolungamento del soggiorno, per poter convertire il permesso stagionale scaduto – in presenza di un’altra offerta di lavoro – in permesso di soggiorno per lavoro a tempo determinato o indeterminato.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha spiegato che con «l’inter-operabilità dei sistemi», si fa in modo che il contratto di soggiorno per il lavoratore straniero che arriva in Italia «venga sottoscritto per via telematica e questo permetterà di rispettare il termine di 8 giorni». Sanzionato il datore di lavoro che dopo la domanda non firma il contratto: prevista «la preclusione per un triennio dal formulare nuove richieste».
Il decreto interviene anche sul soccorso in mare e sulla richiesta di asilo. Introdotto «l’obbligo per gli aerei delle ong di segnalare eventuali incidenti in mare all’autorità marittima italiana immediatamente». Arriva anche «la possibilità di ispezionare i cellulari dei richiedenti asilo ai fini di ricostruirne l’identità e nazionalità. Quest’ultima previsione, consentita dalle norme europee, è stata oggetto anche di un confronto tra di noi ma credo sia giusto avere l’onere di identificarsi quando si entra nel nostro Paese».
Alfredo Mantovano ha poi spiegato il criterio che regolerà l’esame dei dati dei telefonini dei migranti: «La visione del telefono cellulare ha un unico scopo: garantire l’identificazione del migrante o al minimo la provenienza geografica. Mantovano ha sottolineato che i dati cui si avrà accesso sono «solo quelli finalizzati all’identificazione o alla conoscenza della provenienza, con divieto, contenuto nella nuova norma, di accesso alla corrispondenza e a qualsiasi altra forma di comunicazione». È poi prevista la possibilità della «presenza all’operazione di un mediatore culturale», sarà redatto «un verbale» e «questa ispezione deve essere autorizzata dall’autorità giudiziaria».
La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha annunciato il permesso di soggiorno per le vittime di caporalato che denunciano: «C’è un intervento in collegamento con tutto quello che è stato già fatto contro questi reati. Ora – ha detto – interveniamo su un reato che è contro la persona, individuando un sistema di protezione aggiuntivo per chi denuncia casi di sfruttamento o collabora attivamente nelle attività di accertamento: introduciamo uno speciale permesso di soggiorno della durata iniziale di 6 mesi, rinnovabile per un ulteriore anno e prorogabile ulteriormente».
Il sottosegretario Mantovano ha quindi ricordato come sono state individuate alcune criticità che il nuovo decreto dovrebbe correggere: «Un gruppo tecnico di lavoro qui alla Presidenza aveva coordinato una ricognizione sull’andamento dei flussi regolari, che aveva poi costituito la base per l’esposto che la presidente del Consiglio ha presentato al procuratore nazionale Antimafia ai primi di giugno», ha spiegato Alfredo Mantovano. «Da quell’esposto – ha proseguito – è derivata l’attivazione dei poteri di impulso dello stesso procuratore a varie procure distrettuali con risultati d’indagine anche importanti, che hanno confermato la fondatezza della denuncia. Ma il lavoro da quel momento è ripartito con la prospettazione di modifiche per far funzionare meglio i flussi regolari».
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