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«Il piccolo si è salvato» – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


Non hanno esitato di fronte alla presenza di un bambino. Non hanno bloccato il proprio disegno criminale. Hanno preso la mira e hanno fatto fuoco, puntando alla sagoma del più grande. Sparano al bersaglio grosso, lasciano miracolosamente in vita il più piccolo: un bambino di soli 11 anni.

Omicidio a Napoli, agguato in Settimo vicolo Duchesca, siamo alle spalle della statua di piazza Garibaldi, a poche centinaia di metri dalla Ferrovia. Viene ucciso Luigi Procopio, 45 anni, mentre resta illeso il figlio che gli stava accanto. Il bambino undicenne è fuori pericolo. Nella sua breve esistenza, è stato costretto ad assistere alla furia dei killer che lo hanno reso orfano, alla disperazione del padre che ha provato inutilmente a salvarsi, alla sagoma dei due assassini, che poi si sono dileguati dopo l’esecuzione.

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Brutta storia nel cuore di Napoli. Sono le 16.30 di ieri, la zona a ridosso della Ferrovia è un teatro a cielo aperto. Siamo nel vicolo che unisce via Alessandro Poerio a via della Maddalena. È il regno delle bancarelle, della vendita al minuto, degli scantinati usati come depositi di ogni mercanzia. La zona è gremita di turisti, che puntano allo street food (il cuoppo e le pizze a portafoglio), ma che sono attenti a evitare i professionisti del pacco, mentre vanno a caccia delle suggestioni della ruota degli Esposti. Tutto sembra sotto controllo, quando arrivano i killer. Omicidio alla luce del sole, a pochi passi dall’abitazione della vittima. Una scena da rivedere al rallentatore, alla luce di quanto emerso fino a questo momento: Luigi Procopio aveva accompagnato il figlio a casa di parenti, che abitano nella zona. Si è trovato di fronte i due killer che non gli hanno dato scampo. Erano tutti a piedi, vittima ed aggressori. Possibile che chi ha fatto fuoco non avesse il volto travisato, per non allarmare prima del tempo la vittima, ben sapendo che quel vicolo non è coperto da sistemi di videosorveglianza. Cinque colpi hanno raggiunto Procopio. Il resto è sangue e paura, urla della gente del posto, poi silenzi e omertà.

Il precedente 

Non ha avuto il tempo di scappare, Luigi Procopio. Altra storia rispetto a quanto gli accadde un paio di anni fa. Era il 2022, quando rimase illeso di fronte a un agguato ordito dalla camorra. In via Foria, fu più veloce dei killer. Ieri, non ha potuto fare granché. Anche due anni fa, si sentiva al sicuro, dal momento che l’attentato nei suoi confronti venne consumato intorno alle 19, quando il traffico all’esterno dell’Orto botanico era abbastanza denso, con ben sei colpi esplosi ad altezza d’uomo. Un’auto traforata, gente in fuga, miracolo a Foria. Ma torniamo all’omicidio, proviamo ad offrire una lettura di un episodio di chiaro stampo criminale. Il nome di Luigi Procopio rientra in una inchiesta culminata qualche anno fa in una serie di arresti a carico di affiliati alla camorra locale. Una retata frutto dell’inchiesta condotta dal pm della Dda di Napoli Ida Teresi, firmata dal gip Colucci, nella quale il nome del personaggio ucciso ieri era indicato come presunto affiliato al clan Mazzarella. Uno scenario tutto da definire, dunque. Come è noto, la zona della Maddalena rientra sotto il controllo dei Mazzarella, ma a pochi passi c’è un altro insediamento commerciale abbastanza frenetico, vale a dire Borgo di Sant’Antonio («buvero»), che viene ricondotto ai Botta, a loro volta vicini ai clan Bosti-Contini. In alcune intercettazioni viene fatto il nome di Luigi Procopio, come soggetto da convocare, a dimostrazione del fatto che da sempre quelli dei Mazzarella e dei Contini mantengono una via del dialogo sempre aperta. Diplomazia criminale, a metà strada tra ragioni economiche e affari sporchi. Al lavoro, sul delitto consumato ieri, gli uomini della Squadra Mobile sotto il comando del primo dirigente Giovanni Leuci, che stanno passando al setaccio le attività più recenti nella vita della vittima. Stando a quanto emerso fino a questo momento, Procopio gestiva un piccolo locale di autonoleggio in via Carbonara, un esercizio da cui partono verifiche per chiarire moventi e responsabilità dell’agguato di ieri pomeriggio. Una storia che riconduce l’attenzione su uno spaccato metropolitano che da tempo era pacificato, sull’altare della turistificazione.

Lo scenario 

Dappertutto negozi di street food, qualche taverna folcloristica e locali adibiti a B&B e case vacanze. Ieri, la doccia fredda. Nessuno immaginava un agguato alla luce del sole, nel pieno di un via vai vorticoso. Pochi minuti dopo l’agguato, sono arrivate decine di pattuglie di polizia. Mentre un intero nucleo familiare si è riversato in strada. Il piccolo è stato accompagnato tra le braccia della madre. La sua linea d’ombra si è consumata in un pomeriggio di sole autunnale: da figlio a orfano, da bimbo a sopravvissuto, da potenziale vittima a potenziale testimone dell’omicidio del padre che gli stringeva la mano.





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