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Vitamina C: cos’è e a cosa serve
Sia per i sieri che per le creme, è necessario soffermarsi sull’importanza della vitamina C per la salute della pelle e come agisce nell’organismo.
La vitamina C, chiamata anche acido ascorbico, è una vitamina idrosolubile che è necessaria per il mantenimento dello stato di salute generale del nostro corpo, agendo da antiossidante, aiutando il sistema immunitario, favorendo l’assorbimento di altri elementi fondamentali (come il ferro).
Il nostro organismo non è in grado di sintetizzare vitamina C, per cui dobbiamo assumerla con l’alimentazione affinché il nostro corpo possa utilizzarla là dove serve.
Più nello specifico, in relazione agli effetti sulla pelle, è riconosciuto il suo ruolo come agente antiossidante contro i danni indotti dalla radiazione UV, ha un’azione sulla melanogenesi (inibendo il processo che porta alla formazione delle macchie sulla pelle) e un ruolo cruciale nella sintesi del collagene, elemento che mantiene la pelle elastica e che diminuisce con l’avanzare dell’età.
Queste sue proprietà sono il motivo per cui la vitamina C è diventata il nuovo ingrediente di punta dell’industria cosmetica, soprattutto dopo che gli studi hanno confermato che il ricorso ad integratori alimentari di vitamina C è inutile per osservare tali effetti benefici sulla pelle. Quindi, ecco il via a sieri e creme da applicare direttamente sulla pelle per poter sfruttare tutte le sue potenzialità, che vanno dalla “cura” della pelle danneggiata dal sole e dalle macchie, all’aumento della produzione di collagene per mantenere la pelle più giovane. Almeno sulla carta queste sono le premesse (e le promesse) per l’utilizzo di questi prodotti cosmetici.
Che effetto fa la vitamina C sulla pelle? Funziona davvero?
Esistono diversi studi pubblicati negli anni che hanno investigato come preparazioni a base di vitamina C (a diverse concentrazioni) agiscono sulla pelle.
Una recente revisione sistematica pubblicata nel 2023 ne ha preso in considerazione diversi e ha confermato l’utilità della vitamina C attraverso l’uso di prodotti da applicare direttamente sulla pelle (come creme, sieri, lozioni) nel trattamento della pelle danneggiata dai raggi UV e con melasma (macchie scure). Inoltre sono stati confermati gli effetti sul miglioramento dell’elasticità della pelle e sull’aspetto delle rughe. Ma affinché tali cambiamenti siano evidenti è necessario un lungo periodo di utilizzo.
Quindi funziona? Sì, ma con riserva. Il problema è che la forma attiva della vitamina C, l’acido ascorbico (ascorbic acid nella lista ingredienti), è altamente sensibile al pH, alla luce, alla temperatura, all’aria, il che rende questo ingrediente molto instabile e quindi inutilizzabile per gli scopi indicati sopra. Di conseguenza confezionare creme e sieri con vitamina C che arrivi viva e vegeta sulla nostra pelle è davvero sfidante per i formulatori cosmetici. Detto in altre parole, non è improbabile aver pagato fior fior di quattrini per un prodotto che si dichiara con vitamina C (una materia prima costosa) ma che di questa contenga solo le “ceneri”, per così dire.
Inoltre l’acido ascorbico (ascorbic acid) è una molecola idrofila e ciò non la rende molto affine con l’epidermide e necessita che il pH della formulazione sia molto basso per avere una buona penetrazione, intorno a 3.5, non ottimale per alcune persone con una pelle molto sensibile.
Per ovviare a questo inconveniente, la ricerca cosmetica ha implementato l’utilizzo di molteplici derivati della vitamina C con caratteristiche diverse tra loro ma tutti molto più stabili ed efficaci a pH più alti di quelli dell’acido ascorbico, che se “trasportati” correttamente nell’epidermide dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) poi convertirsi ed espletare le sue medesime funzioni della forma attiva della vitamina C, ma non sono tutti efficaci allo stesso modo e alle stesse concentrazioni. Tra i derivati più utilizzati, per citarne alcuni, figurano 3-0-ethyl ascorbic acid, tetrahexyldecyl ascorbate (o ascorbyl tetraisopalmitate), ascorbyl glucoside, sodium ascorbyl phosphate. Ad esempio, il derivato tetrahexyldecyl ascorbate, sinonimo di ascorbyl tetraisopalmitate, è risultato possedere un ottimo potere penetrante anche grazie al fatto che si tratta di una molecola lipidica e ha quindi una maggiore affinità con la pelle, tutto ciò lo rende efficace anche a dosi molto basse.
Un’altra questione non ancora risolta, secondo gli autori della revisione sistematica, è proprio quella della concentrazione ideale ed efficace di vitamina C nei prodotti che non è ancora stata individuata, perché ad oggi mancano ancora degli studi scientifici comparativi. Quello che si sa, è che la maggior parte degli studi riguardano concentrazioni inferiori al 10% e che quantitativi molto elevati (superiori al 20%) sono inutili, in quanto non sono più efficaci di concentrazioni ben più basse.
Insomma le premesse sono buone, ma ci sono alcune variabili ancora da chiarire, il che fa sì che i prodotti a base di vitamina C potrebbero essere dei buoni alleati per la cura quotidiana della pelle, a patto che la formula sia stabile, la concentrazione idonea e il nostro utilizzo continuato e duraturo nel tempo (quest’ultimo dettaglio è l’unico che dipende da noi).
Vitamina C sulla pelle: ci sono controindicazioni?
Nonostante in letteratura siano sono stati riportati dei casi di dermatite da contatto, la vitamina C nei prodotti da applicare sulla pelle, come creme e sieri, è considerata sicura. Anzi rispetto ad altri ingredienti “attivi”, come i retinoidi, il suo profilo di sicurezza è ritenuto molto alto.
Alcuni soggetti possono risultare un po’ sensibili a determinati prodotti con vitamina C e ciò può essere dovuto al pH basso necessario per alcune formulazioni, valore che è molto inferiore rispetto a quello della pelle e che per questo può essere mal tollerato.
Infine, rete si trovano informazioni circa il potenziale potere irritante della vitamina C nel caso di formulazioni con alte concentrazioni e tra i consigli indicati vi è quello di iniziare preferendo concentrazioni moderate per poi aumentare con il tempo.
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